Gianni, non può morire l’ottimismo, è il profumo della vita! Chi non ricorda il poeta Tonino Guerra in un celebre spot del dicembre 2001 per una nota catena di negozi di elettronica: deciso accento romagnolo, sguardo bonario, confessa al nipote – che avrà avuto poco meno della mia età di allora – di non sapere cosa sia la tecnologia, ma mostrando un cellulare che a noi oggi appare preistorico, prima della frase diventata tormentone dice: “questi sono miracoli, una volta non c’erano”.
Era il periodo natalizio immediatamente successivo ai terribili attentati dell’11 settembre 2001, impressi nella memoria di tutti. Erano passati pochi mesi dal crollo del World Trade Center di New York, uno degli eventi che ha segnato la storia recente del mondo e che ha condizionato in maniera irreversibile il modo di muoversi tra i continenti e di guardare ad alcune culture e religioni.
Il virus del terrorismo islamico si manifestò con fragore, permeando per anni la vita dei popoli, modificando le relazioni tra Stati e le forme dell’economia giungendo, gradualmente ridotto nelle sue proporzioni, sino ai nostri giorni. Fu subito chiara, dunque, l’urgenza di annoverare quelle contingenze tra quelle particolari e naturali condizioni della storia di fronte alle quali bisognava appellarsi immediatamente allo spirito di resilienza tipico dell’uomo moderno.
Il COVID-19 rappresenta certamente un territorio della medicina solo parzialmente conosciuto nel quale si stanno muovendo le migliori menti della scienza contemporanea allo scopo di cercare e trovare soluzioni per fronteggiare al meglio l’avanzare della malattia nel breve periodo e per debellarla nel medio periodo. Noi cittadini partecipiamo a questa sfida attivando le buone pratiche che ci vengono suggerite e sostenendo i sacrifici che ci vengono richiesti.
Tuttavia, la crisi globale scatenata dal diffondersi del virus, e che noi tutti siamo chiamati a fronteggiare in queste settimane, non è materia da pionieri, anzi, è qualcosa che può essere affrontato con le stesse metodologie individuali e collettive che l’uomo ha utilizzato nel corso della sua evoluzione: forza di reazione, adattamento e, appunto, resilienza.
Mi voglio appoggiare allo stimolante libro “Illuminismo adesso. In difesa della ragione, della scienza, dell’umanesimo e del progresso” di Steven Pinker, scienziato canadese e professore di psicologia all’Università di Harvard, il quale sostiene, supportato dai dati, che il mondo è molto meglio ora che in qualsiasi momento della storia umana sotto ogni punto di vista, in particolare guardandolo dalla prospettiva scientifica.
Pur sapendo che non è facile in giorni come questi, credo che tale consapevolezza possa esserci di conforto o comunque possa aiutarci a mitigare il giustificato panico che come esseri umani stiamo provando.
Un modo per mettere un freno alle nostre paure, sia legate alla vulnerabilità della nostra salute che al futuro della nostra vita sociale e lavorativa, è quello di svolgere una rapida analisi comparativa per COVID-19.
L’Umanità contemporanea sta fronteggiando questa emergenza nel suo momento di massimo splendore scientifico, ma non siamo giunti a questo momento senza aver affrontato e sconfitto varie altre avversità.
Senza scavare troppo nel passato possiamo direi che il genere umano ha superato egregiamente due guerre mondiali, grandi crisi economiche, la schiavitù, la carestia diffusa, l’assenza di corrente elettrica, di riscaldamento o refrigerazione, la mancanza di un abitazioni adeguate alla salute umana, i Governi totalitari la mancanza di diritti per donne, bambini, minoranze, il terrorismo politico e religioso, elevati tassi di mortalità infantile e materna, l’accesso limitato alle cure mediche e, in evidenza non secondaria, decine e decine tra le più virulente malattie che nei secoli precedenti hanno mietuto centinaia di milioni di vittime in ogni angolo della terra.
Come è stato possibile tutto questo? Attraverso l’innato istinto di resilienza insito nell’individuo; la sua naturale spinta all’autoconservazione muove dallo spirito e lo fa per mezzo del progresso scientifico, tecnico, tecnologico e culturale.
Chi è stato il protagonista assoluto di queste innumerevoli vittorie della storia? Sempre lo stesso: l’Uomo.
La nostra stessa esistenza, dunque, deve darci ottimismo e dobbiamo continuare ad attingere alle migliori risorse che abbiamo alimentando al massimo, e senza indugio, la ricerca scientifica e sostenendo, al contempo, la psicologia collettiva con tutta la forza evocativa di cui disponiamo.
Siamo in mare aperto, certamente, ma il mondo del 2020 non è una zattera, anzi, è una equipaggiatissima nave da guerra, e questo deve sostenerci oggi a trovare le giuste motivazioni per fare del COVID-19 e della crisi che ha innescato un ulteriore capitolo della straordinaria storia di progresso dell’umanità.