Questa fresca brezza europea

Saranno 750 i miliardi di euro messi a disposizione dei Paesi dell’Unione Europea di cui 500 saranno a fondo perduto e altri 250 sotto forma di prestiti a tasso agevolato. Sono queste le cifre del nuovo Recovery Fund illustrate dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, al Parlamento Europeo. All’Italia saranno destinati ben 172 miliardi di euro di cui 81,807 miliardi come aiuti e 90,938 miliardi come prestiti. Il nuovo Fondo per la Ripresa, tutto dedicato alla crisi economica provocata dalla pandemia influenzale, sarà associato al bilancio comunitario per i prossimi sette anni e verrà finanziato anche attraverso obbligazioni della Commissione europea.

Misure imponenti che hanno come obiettivo finale quello di sfruttare la crisi innescata dalla pandemia per migliorare e modernizzare l’economia Europea dando priorità a settori quali l’ambiente e il digitale oltre che supportare le imprese dei paesi più indebitati tra cui, soprattutto, l’Italia. Inoltre, da quanto si apprende, sotto il profilo operativo, ogni singolo Paese presenterà un proprio piano nazionale che sarà valutato da Bruxelles e l’uso dei finanziamenti dipenderà da misure nazionali legate alle annuali raccomandazioni.

L’Italia quindi, non avrà più scuse e l’intera classe dirigente nazionale dovrà riorientare i propri programmi. Questo è il momento della responsabilità totale, della dignità di popolo e della visione prospettica. È tempo, in breve, di mettere in pratica il grande sentimento collettivo che abbiamo vissuto e sentito profondamente nei giorni dell’Inno di Mameli cantato dalle finestre di tutta Italia.

Si chiedeva all’Europa di battere un colpo, si chiedeva all’Occidente – troppo spesso descritto in agonia – di uscire dal torpore degli ultimi anni, si guardava con sospetto al nostro mondo occidentale fatto di diritti acquisiti non senza sacrifici negli anni, allo stesso tempo sono state lanciate occhiate languide e dichiarazioni ossequiose verso regimi autoritari, illiberali e mossi da mire espansionistiche neocoloniali, protagonisti di manifestazioni di insofferenza verso la democrazia e conseguenti azioni repressive verso l’indipendenza dei popoli.

Ebbene, oggi l’Europa rialza la testa con misure senza precedenti ed invita l’Italia, prima beneficiaria del Recovery Fund, a volgere il suo sguardo verso la propria storia ed a ritrovare il ruolo di protagonista dell’occidente, lasciando perdere il canto delle sirene che arriva da lontano e restando ancorata ai valori su cui si fonda lo spirito della nazione.

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