E’ il 1962 e la portaerei americana USS Independence solca le tiepide acque del mar Mediterraneo. Nel corso della navigazione, l’imponente nave statunitense facente parte della classe Forestal (che rivoluzioneranno la progettazione delle navi da guerra), s’imbatté in un misterioso e inedito veliero della Marina Militare Italiana.
La portaerei americana decise di avvicinarsi e di trasmettere il classico messaggio del caso:
“Chi siete?”
La risposta non si fece attendere:
“Nave scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana”
Lasciamo immaginare la curiosità della Marina americana alla vista di un’imbarcazione a vela della Marina italiana operativa nel 1962.
Infatti, l’idea della Amerigo Vespucci nacque ben trent’anni prima, nella seconda metà degli anni ’20, con l’obiettivo di costruire un vascello che consentisse agli allievi di imparare i misteri del mare. Si decise quindi, per una nave a vela che dovesse essere governata manualmente.

Così nel 1930 l’ingegnere Francesco Rotundi, tenente colonnello del Genio navale e direttore dei Regi cantieri navali di Castellammare di Stabia progettò il veliero oggetto della nostra storia insieme ad un altro capolavoro un po’ meno conosciuto e un po’ meno fortunato: la nave scuola Cristoforo Colombo. Questa fu ceduta nel 1949 all’Unione Sovietica e fu ribattezzata con poco creativo nome di Danubio e impiegata nel Mar Nero fino a quando, nel 1963, in seguito a un incendio, le autorità sovietiche decisero di distruggerla. Invece l’Amerigo Vespucci (che vi consigliamo di ammirare nelle foto), dopo un’attenta ma artistica opera di ammodernamento, continua a svolgere le sue attività formative con le sue incredibili 26 vele in tela olona.
Ah! Quasi dimenticavo di raccontarvi la fine dell’incontro con gli americani!
La portaerei statunitense infatti, incuriosita dalla risposta italiana decise di spegnere i motori, poi interruppe la navigazione, e infine suonò tre colpi di sirena in segno di saluto, replicando:
“Siete la più bella nave del mondo”