Al 31 dicembre 2019 la popolazione residente in Italia ammonta a 60.244.639 unità, quasi 189 mila in meno rispetto all’inizio dell’anno (-0,3%) con una perdita, negli ultimi 5 anni, di ben 551 mila residenti. E’ quanto riportato nel nuovo report dell’Istat in materia di bilancio demografico nazionale pubblicato il 13 luglio 2020. I dati quindi, confermano il costante ed inesorabile declino demografico che sta caratterizzando il nostro Paese.
Nello specifico il calo di popolazione residente è dovuto ai cittadini italiani, che al 31 dicembre ammontano a 54 milioni e 938 mila unità, 236 mila in meno dall’inizio dell’anno (-0,4%) e circa 844 mila in meno in cinque anni: una perdita gravissima, di dimensioni pari, ad esempio, a quella di province come Genova o Venezia.

Nello stesso periodo, al contrario, la popolazione residente di cittadinanza straniera è aumentata di oltre 292 mila unità attenuando in tal modo la flessione del dato complessivo di popolazione residente anche se il ritmo di incremento della popolazione straniera, si legge nel report, va affievolendosi. Prosegue inoltre, la dinamica naturale negativa della popolazione, che ancora una volta fa registrare un deficit significativo di “sostituzione naturale” tra nati e morti, in linea con la tendenza negativa in atto da diversi anni. Infatti, nel corso del 2019 la differenza tra nati e morti (saldo naturale) è di -214 mila unità. Il saldo naturale della popolazione residente, nel complesso, è negativo in tutte le regioni: unica eccezione la provincia autonoma di Bolzano, che prosegue il suo cammino positivo in termini di capacità di crescita naturale.

Insomma i cittadini italiani fanno sempre meno figli e, scendendo nel particolare, il record negativo di nascite dall’Unità d’Italia registrato nel 2018 è di nuovo superato dai dati del 2019: gli iscritti in anagrafe per nascita sono appena 420.170, con una diminuzione di oltre 19 mila unità sul 2018 (-4,5%). Infine, altro dato interessante, riguarda i trasferimenti di residenza interni (anno 2019) che hanno coinvolto più di 1 milione e 468 mila persone. Secondo un modello ormai consolidato, secondo gli esperti dell’ISTAT, gli spostamenti di popolazione avvengono prevalentemente dalle regioni del Mezzogiorno verso quelle del Nord e del Centro e, allo stato attuale, non esiste area meridionale che riesca a bloccare questa emorragia di talenti, professionisti o semplici cittadini che decidono di abbandonare il proprio luogo natio.