L’Istat rivede al ribasso le stime sull’andamento della nostra economia. Secondo l’Istituto di statistica, il calo del Pil nel secondo trimestre dell’anno (aprile – giugno) è stato pari al 12,8% rispetto al trimestre precedente e al 17,7% rispetto all’anno precedente. La stima preliminare, diffusa il 31 luglio scorso, evidenziava invece una contrazione del 12,4% su base congiunturale e del 17,3% su base tendenziale. E’ il peggior dato rilevato dal 1995 ad oggi.
Secondo l’Istituto la stima completa dei conti economici trimestrali conferma la portata eccezionale della diminuzione del Pil nel secondo trimestre per gli effetti economici dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate, con flessioni del 12,8% in termini congiunturali e del 17,7% in termini tendenziali, mai registrate dal 1995. Nella stima preliminare il calo congiunturale era pari al 12,4%. A trascinare la caduta del Pil è stata soprattutto la domanda interna, con un apporto particolarmente negativo dei consumi privati e contributi negativi rilevanti di investimenti e variazione delle scorte. Anche la domanda estera ha fornito un apporto negativo, per la riduzione delle esportazioni più decisa di quella delle importazioni. La contrazione dell’attività produttiva si è accompagnata a una marcata riduzione dell’input di lavoro in termini di ULA e ore lavorate, mentre le posizioni lavorative hanno subito un calo meno marcato.

Importanti i dati sul lato della domanda: le esportazioni di beni e servizi sono diminuite in termini congiunturali del 26,4%, gli investimenti fissi lordi del 14,9% mentre i consumi finali nazionali hanno registrato un calo dell’8,7%. Contemporaneamente le importazioni sono diminuite del 20,5%. Nell’ambito dei consumi finali, la spesa delle famiglie residenti è diminuita dell’11,3% e quella delle AP dello 0,9%.
Situazione difficile anche negli altri Paesi industrializzati. Nel secondo trimestre, il Pil è diminuito in termini congiunturali del 9,1% negli Stati Uniti, del 13,8% in Francia e del 9,7% in Germania. Nel complesso, il Pil dei paesi dell’area Euro è diminuito del 12,1% rispetto al trimestre precedente e del 15% nel confronto con il secondo trimestre del 2019.