Paterson: un uomo come una città

Che cos’è Paterson? Una città del New Jersey, un uomo, un luogo della mente, un luogo che in cui vorremmo essere passati almeno una volta nella vita solo per dire che anche noi siamo (stati a) Paterson. A Paterson soprattutto c’è Adam Driver, diretto dal leggendario Jim Jarmusch nel 2016, o meglio il suo personaggio: un uomo colto e pacato che guida ogni giorno il suo autobus per le vie della città; anche lui, magicamente, si chiama Paterson. L’uomo vive con la sua ragazza e un cane in una casa piccola ma modesta, le sue giornate scorrono uguali e regolari con la sveglia, il tragitto a lavoro, la sera al pub. Se Paterson sia felice non lo sappiamo, è sicuramente un uomo che vive in un’altra dimensione di mistica riflessione e pace, non accumula, non chiede, non pretende. Soprattutto osserva, e quello che vede e sente lo tramuta in poesie nel suo prezioso taccuino. Sono poesie contemporanee, non magniloquenti, poesie che non cercano di ridare il divino invisibile ai mortali come faceva la poesia antica e moderna, ma di fermarsi sul visibile, che a noi diventa invisibile perché non riusciamo a dare importanza a nulla, e quindi in definitiva non riusciamo a dare importanza alla vita. Possono una scatola di fiammiferi, una birra, una cascata al parco cittadino, aiutare a cogliere l’essenza dei nostri giorni terreni? Amore, felicità, condivisione, rapporti umani. Gli unici che contino, davvero. È un po’ la domanda che Jim Jarmusch si fa più o meno da quarantanni, tanti sono gli anni della sua carriera da regista, con personaggi e metodi diversi. Ma quello che importa è sempre la soggettività dello sguardo sul mondo, ovvero ciò che trasforma il reale in sentimento. Paterson guarda quello che a noi appare sempre uguale con un occhio nuovo, ogni giorno, così come facevano i ragazzi giapponesi in cerca di Elvis di Mystery Train (1989), o lo stralunato e malinconico Bill Murray di Broken Flowers (2005) o il sicario Ghost Dog (1999) seguace del codice dei samurai. E perché no, tutta la corte umanissima dei miracoli di Jarmusch seduta ai tavolini a bere un caffè e fumare una sigaretta (“l’essenziale è smettere, poi una te la puoi fumare” dice Iggy Pop riassumendo in un pugno di parole tutto quello che ci sarebbe da sapere sulla vita in Coffee and Cigarettes, del 2003), tutti eredi e compari dei simpatici disperati di Aki Kaurismaki, seduti a un tavolino di una bettola a fumare e ascoltare il rock. Non è nient’altro che umano il cinema di Jarmusch. Paterson coglie l’assenza dei tanti modi in cui possiamo avvicinarci alle cose e alle persone attorno a noi, e alla necessità di quella moltitudine. Quanto abbiamo bisogno oggi della poesia, del mestiere del poeta, il più alieno e vituperato, solo Paterson lo sa.

Le poesie di Paterson, composte da Ron Padgett, poeta contemporaneo di Tulsa, Oklahoma:

La corsa

Passo attraverso
trilioni di molecole
che si fanno da parte
per lasciar passare me
mentre su entrambi i lati
altri trilioni
restano dove sono.
Le spazzole del tergicristallo
cominciano a scricchiolare
La pioggia si è fermata
Io mi fermo
All’angolo
Un bambino
Con un impermeabile giallo
Stringe la mano di sua madre

Un’altra

Quando sei un bambino impari che ci sono tre
dimensioni
Altezza, larghezza e profondità
Come una scatola da scarpe
Più tardi capisci che c’è una quarta dimensione
Il tempo
Hmm
Poi alcuni dicono che forse ce ne sono
cinque, sei, sette…
Stacco dal lavoro
Mi faccio una birra al bar
Guardo il bicchiere e mi sento contento

Poesia d’amore

Abbiamo molti fiammiferi in casa nostra
Li teniamo a portata di mano, sempre
Attualmente la nostra marca preferita
è Ohio Blue Tip
Anche se una volta preferivamo la marca Diamond
Questo era prima che scoprissimo
I fiammiferi Ohio Blue Tip
Sono confezionati benissimo
Piccole scatole resistenti
Con lettere blu scuro e blu chiaro bordate di bianco
Con le parole scritte
A forma di megafono
Come per dire ancora più forte al mondo
Ecco il più bel fiammifero del mondo
Il suo stelo di tre centimetri e mezzo in legno di pino
Sormontato da una testa granulosa viola scuro
Così sobrio e furioso e caparbiamente pronto
A esplodere in fiamme
Per accendere, magari, la sigaretta della donna che
ami
Per la prima volta
E che dopo non sarà mai più davvero lo stesso
Tutto questo noi vi daremo
Questo è ciò che tu hai dato a me
Io divento la sigaretta e tu il fiammifero,
O io il fiammifero e tu la sigaretta,
Risplendente di baci che si stemperano
nel cielo

Tags: ,