Maria Kolesnikova, membro del consiglio di coordinamento delle opposizioni bielorusse, comitato nato durante le proteste post elettorali, è stata rapita improvvisamente in pieno centro a Minsk. La situazione quindi, continua ad essere molto tesa e dunque rischia di degenerare da un momento all’altro. Infatti secondo una ricostruzione fornita da alcuni testimoni, un minibus con la scritta “comunicazione” si è avvicinato alla donna e un gruppo di uomini con il volto coperto l’hanno caricata sul mezzo portandola via.
Maria Kolesnikova non è l’unica ad essere svanita nel nulla: ieri, dopo la marcia per chiedere le dimissioni di Lukashenko, oltre 600 persone sono state fermate dalla polizia. La protesta chiedeva le dimissioni del presidente in carica dal ’94 e rieletto col 98% dei voti. Tornata elettorale segnata, sia secondo i partiti di opposizione e sia secondo l’Unione europea, da pesanti brogli elettorali.
Qualche settimana fa, al contrario, Lukashenko ha ricevuto una manifestazione di solidarietà dal Presidente russo Vladimir Putin che ha ritenuto valide le ultime elezioni in Bielorussia supportando, di fatto, l’innegabile compressione delle libertà fondamentali in atto a Minsk.
Questa posizione, unita all’atteggiamento ambiguo sulla vicenda Navalnyj, sta creando una profonda faglia tra la Russia e l’Unione Europea; quest’ultima – fortemente orientata a far valere il proprio ruolo nell’area ed a rivendicare il rispetto degli accordi internazionali – intende imporre sanzioni economiche a 31 alti funzionari bielorussi, tra cui il ministro dell’Interno del Paese, entro la metà di settembre.