Brutte notizie sul fronte occupazione e non si arresta la fuga dei cervelli

Tasso di disoccupazione all’8,3% nel secondo trimestre di quest’anno, con un calo di 0,9 punti rispetto al primo trimestre e di due punti rispetto al secondo trimestre 2019. Lo chiarisce l’Istat, spiegando che il calo è legato all’aumento dell’inattività dovuta all’emergenza sanitaria da Covid 19.

La crisi quindi, non è uguale per tutti e a farne le spese sono ancora i giovani poiché quasi la metà di questi nuovi disoccupati sono under 35, un dato sconfortante sul quale l’intera classe politica non si è ancora espressa nonostante gli allarmi pre – crisi. Infatti il nostro Paese  è tra i più grandi contributore di “cervelli” di tutta l’Europa Occidentale e ad andarsene sono tantissimi giovani ad alto potenziale, con qualifiche accademiche elevate, per nulla valorizzati in patria, ma apprezzati all’estero. Sono specializzati in tutti i settori, provengono da tutta Italia e poco più della metà trova casa in Europa mentre gli altri migrano negli Stati Uniti e in Australia.

I dati Istat dicono che nel 2018 sono partiti ben 117mila italiani di cui 30mila laureati ma nonostante l’allarme lanciato oltre un anno fa, anche oggi l’Istituto  fotografa una situazione drammatica che non mostra cenni di cedimento. L’aumento della disoccupazione giovanile, se non verrà bloccata o arginata, porterà ad un potenziamento ulteriore del fenomeno migratorio verso nuovi Paesi e ad un impoverimento sia culturale che umano dei nostri territori.

Semplificando: niente futuro per il nostro Paese e soprattutto per il meridione. Il calo degli occupati, secondo quanto riporta l’Istat, non è distribuito in maniera uniforme: aumentano le differenze non solo per fasce di età, ma anche per sesso, zona geografica e tipo di attività. Il calo del tasso di disoccupazione è maggiore nel Sud (-3,2 punti) e nel Centro (-3,0 punti) in confronto al Nord (-0,8 punti). Una situazione sconfortante che esige un intervento immediato da parte di tutti.

Fonte: Eurostat
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