Il Recovery Fund spiegato in poche parole

Da mesi sentiamo giornali e televisioni parlare del Recovery Fund. Due parole in inglese che poco ci dicono sullo strumento, sulla sua utilità e sugli obiettivi che intende raggiungere. Per questo il Centro Studi Occidentali, attraverso il suo magazine Ponente, prova a fare chiarezza attraverso poche e semplici domande,

Che cosa è il Recovery Fund?

Il Recovery Fund o Next generation EU come lo ha definito la Commissione Europea, è uno strumento europeo per la ripresa economica. E’ stato approvato, dopo quattro giorni di negoziato, dal Consiglio europeo straordinario del 21 luglio. I Capi di Stato e di governo europei hanno previsto di incrementare il bilancio su base temporanea tramite nuovi finanziamenti raccolti sui mercati finanziari per un ammontare pari a 750 miliardi di euro di cui 390 di contributi a fondo perduto e 360 di prestiti. Il Recovery Fund o Next generation EU nasce per dare una risposta europea alle conseguenze economiche che gli stati del vecchio continente andranno incontro a causa del Covid-19.

Quanti soldi arriveranno all’Italia grazie al Recovery Fund?

L’Italia conterà su 65,45 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto: il 70% delle allocazioni delle risorse, cioè 44.724 miliardi, è riferito agli impegni per progetti 2021-2022, il resto, cioè 20.732 miliardi, è riferito agli impegni relativi al 2023. In tutto la quota italiana è di circa 209 miliardi suddivisi in 81,4 miliardi in sovvenzioni e 127,4 miliardi in prestiti.

Quali sono i tempi?

Gli stati europei dovranno inviare alla Commissione europea i Piani di ripresa entro fine aprile 2021. L’esecutivo italiano ha anticipato che l’obiettivo è quello di inviarlo prima di quella scadenza, all’inizio del prossimo anno ( nel frattempo il governo italiano ha trasmesso al parlamento le linee guida sulle quali verrà realizzato il piano finale poiché Bruxelles ha comunque incoraggiato gli Stati membri a sottoporle i programmi preliminari da metà ottobre). La Commissione ha anche ricordato che i piani nazionali saranno negoziati con le autorità comunitarie. Una volta presentato alla Commissione europea il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR), le autorità comunitarie avranno a disposizione fino a 8 settimane per esaminare e proporre al Consiglio Ecofin l’approvazione del Piano. L’Ecofin dovrà approvare quindi il piano a maggioranza qualificata entro 4 settimane. Il contenuto dei Piani nazionali sarà sottoposto ad un vigile monitoraggio da parte delle istituzioni comunitarie. Se non si rispetterà la tabella di marcia contenuta nel piano approvato, lo Stato preso in considerazione vedrà i propri fondi bloccati per evitare che vengano spesi male e quindi sprecati.

Fonte: Centro Studi Occidentali

Come si sta muovendo l’Italia?

Il Comitato interministeriale per gli affari europei ha realizzato una prima versione del Piano; il 15 settembre (come anticipato nella risposta precedente)  il premier ha trasmesso a Camera e Senato la prima bozza per la definizione del Piano italiano di ripresa e resilienza per accedere ai fondi previsti dal Recovery Fund. In pratica sarebbero delle Linee guida che gli uffici tecnici dei vari ministeri seguiranno al fine di proporre il documento finale che comprenderà naturalmente le indicazioni politiche dell’esecutivo. L’interlocuzione con la Commissione europea circa le intenzioni del governo italiano inizieranno il 15 del prossimo mese.

Quali sono gli ambiti economici che verranno finanziati?

Transizione verde e digitale, Stabilità sistemi finanziari, occupazione, investimenti sostenibili, innovazione, ricerca soluzioni per la scuola e la sanità,

Quali progetti specifici saranno finanziati?

Di sicuro obiettivi primari per il governo sono l’implementazione della tecnologia 5G e l’adeguamento del trasporto ferroviario ad alta velocità.

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