Densa e delicata la riunione dei Capi di Stato e di Governo del Consiglio europeo straordinario tenutosi nei giorni scorsi.
Il Consiglio europeo infatti, in relazione alle ostilità in Nagorno Karabakh tra l’Azerbaigian e l’Armenia, ha chiesto un immediato cessate il fuoco e farà di tutto per indurre le parti a impegnarsi nuovamente per una tregua duratura e per la soluzione pacifica del conflitto. La perdita di vite umane e il pedaggio per la popolazione civile – si legge nel documento – sono inaccettabili.
Secondo l’UE non può esserci alcuna soluzione militare al conflitto, né alcuna interferenza esterna. Ed è chiaro in questo caso il messaggio alla Turchia, già pronta ad intervenire militarmente in sostegno dell’Azerbaigian.
Altro dossier caldo sul tavolo del Consiglio europeo, è quello relativo ai rapporti con la Cina, in questo caso si sottolinea la necessità di riequilibrare le relazioni economiche e raggiungere la reciprocità. Si ricorda l’obiettivo di concludere, entro la fine di quest’anno, i negoziati per un ambizioso accordo di investimento globale Ue-Cina che affronti le attuali asimmetrie nell’accesso al mercato, contribuisca ad una parità di condizioni e stabilisca impegni significativi per lo sviluppo sostenibile. Si invita inoltre la Cina a mantenere gli impegni precedenti per affrontare gli ostacoli all’accesso al mercato, a compiere progressi sulla sovraccapacità e ad avviare negoziati sulle sovvenzioni industriali presso l’Organizzazione mondiale del commerci (Wto).
Il Consiglio europeo tende la mano alla Cina invitandola ad assumersi maggiori responsabilità nell’affrontare le sfide globali, in particolare orientandosi all’adozione di azioni più ambiziose sul clima in linea con gli obiettivi dell’accordo di Parigi e sulla biodiversità, e il sostegno alle risposte multilaterali alla pandemia Covid-19, in particolare per quanto riguarda i trattamenti e i vaccini, la revisione indipendente della sanità internazionale e la cancellazione del debito come condizione necessaria per la ripresa dalla pandemia, in particolare in Africa.
I leader europei, tuttavia, evidenziano una serie di preoccupazioni per la compressione dei diritti umani in Cina, compresi gli sviluppi a Hong Kong e il trattamento delle persone appartenenti a minoranze ed auspicano un impegno concreto volto a normalizzare la situazione nel senso di una maggiore apertura e di un vero pluralismo.
Si torna, in fine, sulla questione Bielorussa, su cui resta ferma la condanna delle inaccettabili violenze contro manifestanti pacifici, e si esprime pieno sostegno ai cittadini bielorussi per il loro diritto a eleggere il loro presidente attraverso nuove elezioni libere e senza condizionamenti esterni. Pronte da parte dell’UE nuove sanzioni.