Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri, ha approvato la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) 2020.
La Nota definisce il confine di finanza pubblica nel quale si iscriveranno le misure della prossima legge di bilancio, che avrà come scopo quello di sostenere la ripresa dell’economia italiana nel triennio 2021-2023, grazie anche ai fondi previsto dal recovery fund tema di cui si è parlato nei post precedenti.
Per il 2021 il documento fissa un obiettivo di indebitamento netto (deficit) pari al 7% del prodotto interno lordo (PIL). Rispetto alla legislazione vigente, che prevede un rapporto deficit/PIL pari al 5,7 %, si presenta quindi lo spazio di bilancio per una manovra espansiva pari a 1,3 punti percentuali di PIL (oltre 22 miliardi di euro).
Le previsioni aggiornate in base al nuovo quadro macroeconomico collocano l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche del 2020 al 10,8 per cento del PIL, in marcato aumento rispetto all’1,6 per cento del 2019.
In ogni caso il rapporto debito/PIL nel 2021 è previsto in calo di 2,4 punti percentuali, portandosi dal 158% al 155,6%. Per gli anni successivi viene delineato un percorso di graduale rientro del rapporto, con l`obiettivo di riportare il debito della P.A al di sotto del livello pre-Covid entro la fine del decennio.

Grazie al sostegno alla crescita assicurato dalle misure espansive, nel 2021 è attesa una crescita programmatica del Pil pari al 6% (rispetto ad una crescita tendenziale del 5,1%), che nel 2022 e nel 2023 si attesterà al 3,8% ed al 2,5% rispettivamente.
Quindi dopo il grande tonfo del 2020 per via delle politiche anti covid – 19, ci si aspetta una reazione della nostra economia sostenuta con interventi pari a 100 miliardi (6,1 punti percentuali di PIL) in termini di impatto atteso sull’indebitamento netto della PA.

Pur in ripresa, l’attività economica rimane nettamente al disotto dei livelli del 2019. Restano infatti in vigore alcune restrizioni, ad esempio relativamente a grandi eventi sportivi e artistici; scuole e università hanno solo recentemente riavviato la didattica in presenza. Inoltre, il virus ha continuato a diffondersi a livello globale, rendendo necessarie misure precauzionali in tutti i principali Paesi del mondo, con una conseguente caduta del commercio internazionale. Pur in decisa ripresa da maggio in poi, le esportazioni italiane continuano a risentire della crisi globale, così come restano nettamente inferiori al normale le presenze di turisti stranieri creando non pochi problemi.
I principali obiettivi della politica di bilancio per il 2021-2023 possono così essere riassunti:
- Nel breve termine, sostenere i lavoratori e i settori produttivi più colpiti dalla pandemia fintantoché perdurerà la crisi da Covid-19;
- In coerenza con gli obiettivi di finanza pubblica, valorizzare appieno le risorse messe a disposizione dal Recovery fund per realizzare un ampio programma di investimenti e riforme di portata e profondità inedite e portare l’economia italiana su un sentiero di crescita sostenuta e equilibrata;
- Attuare un’ampia riforma fiscale che migliori l’equità, l’efficienza e la trasparenza del sistema tributario riducendo anche il carico fiscale sui redditi medi e bassi, coordinandola con l’introduzione di un assegno universale per i figli;
- Assicurare un miglioramento qualitativo della finanza pubblica, spostando risorse verso gli utilizzi più opportuni a garantire un miglioramento del benessere dei cittadini, dell’equità e della produttività dell’economia;
- Ipotizzando che la crisi sia gradualmente superata nei prossimi due anni, ricondurre l’indebitamento netto della PA verso livelli compatibili con una continua e significativa riduzione del rapporto debito/PIL.
Basterà tutto questo per aiutare un’economia stagnante appesantita da un enorme debito pubblico?