Le influenze esterne sulle presidenziali USA: coda velenosa di una campagna elettorale anomala

Russia e Iran hanno ottenuto informazioni sulle liste elettorali americane il che potrebbe giovare ai loro tentativi di interferire nelle presidenziali Usa. Queste azioni sono tentativi disperati di avversari disperati.

Questo è il commento del direttore della National Intelligence John Ratcliffe che a 14 giorni dalle elezioni presidenziali e a poche ore dal terzo ultimo dibattito tra i due candidati alla Casa Bianca ha denunciato i tentativi di questi Paesi nel cercare di destabilizzare le elezioni americane. Rispetto alle elezioni del 2016, quando venne avanzata l’ipotesi che la Russia stesse aiutando l’outsider Trump, la vittima adesso sarebbe lo stesso tycoon che si troverebbe indietro, almeno secondo gli ultimi sondaggi, rispetto allo sfidante democratico, John Biden. Elemento non di poco conto è che a lanciare l’allarme è stato il capo dell’intelligence Usa, John Ratcliffe, uomo vicino a Trump, anche se per dovere di cronaca anche  il direttore dell’Fbi Christopher Wray ha partecipato alla denuncia. Ma quali potrebbero essere i vantaggi che Iran e Russia otterrebbero con una sconfitta di Trump? La Russia forse nessuno in quanto allo stato attuale trova giovamento, ad esempio, dall’attuale politica anticinese del Presidente americano.

Far passare per vittima il Presidente in carica, e quindi il miglior Presidente che la Russia potrebbe avere, lo si aiuterebbe nella corsa alla riconferma. La Russia quindi, si parla sempre per ipotesi, accetterebbe di rivestire i panni del lupo cattivo nel nome della realpolitick. Diversa è la situazione con l’Iran che potrebbe pensare di ottenere un beneficio, considerati i pessimi rapporti con l’attuale amministrazione, dal cambio della guardia alla Casa Bianca. Infatti alcune voci di corridoio ipotizzano che una delle carte segrete di Trump per questo finale di campagna elettorale potrebbe essere un breve scontro militare tra Usa e Iran capace di trasformare Donald Trump nell’ormai classico «Commander in Chief». Sarebbe, naturalmente,  un gran finale con i botti.