Prime misure economiche per far fronte a una nuova crisi. Sarà sufficiente?

E’ stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il Decreto Ristori che introduce ulteriori misure di sostegno di quei settori produttivi le cui attività sono state ridimensionate dalle disposizioni dell’ultimo Dpcm, quello del 25 ottobre scorso.

Il provvedimento interviene con uno stanziamento di risorse pari a 5,4 miliardi di euro in termini di indebitamento netto e 6,2 miliardi in termini di saldo da finanziare, destinati sia al ristoro delle attività economiche interessate che al supporto dei loro lavoratori.

In particolare, il decreto prevede:

  • indennizzi a fondo perduto con bonifici diretti sul conto corrente, dal 100% al 200% di quanto già erogato nel mese di aprile con il Decreto Rilancio. Per alcuni settori specifici, quali ad esempio discoteche e sale ballo, si arriva al 400%;
  • credito d’imposta cedibile al 60% per gli affitti commerciali dei tre mesi di ottobre, novembre e dicembre;
  • cancellazione della rata IMU di dicembre per i proprietari e i gestori;
  • sospensione del versamento dei contributi previdenziali in favore dei settori oggetto di restrizioni;
  • ulteriori 6 settimane di Cassa integrazione, da usufruire tra il 16 novembre 2020 e il 31 gennaio 2021, per cui sono a disposizione 1,6 miliardi complessivi, che si accompagnano al blocco dei licenziamenti;
  • sostegni ai lavoratori stagionali e ai settori del turismo, dell’agricoltura e dello sport;
  • 400 milioni di euro per il sostegno all’export e alle fiere internazionali.

In attesa della prossima mossa dell’esecutivo consistente nella promulgazione di un nuovo dpcm, il DL ristori rappresenta un primo sforzo per non deprimere quella ripresa del PIL di cui abbiamo parlato in un recente articolo.

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