I paesi a trazione sovranista provano a bloccare il Recovey fund

Pochi giorni fa i Capi di Stato e di governo  europei hanno tenuto una prima riunione per risolvere il grosso problema del diritto di veto esercitato da Ungheria e Polonia. Il motivo è semplice: con il nuovo bilancio comunitario è stato introdotto un meccanismo grazie al quale la Commissione Europea potrà bloccare l’erogazione dei fondi Ue a quei Paesi che non rispettano lo stato di diritto. Una vera e proprio ritorsione quella dei paesi del  Gruppo di Visegrád che si sentono sotto la lente di ingrandimento dopo e ultime leggi antidemocratiche varate nei loro rispettivi confini nazionali. Non è un caso infatti che, nei loro confronti, sono stati già stati avviati procedimenti per alcune infrazioni in materia di diritti umani.

In realtà anche il premier sloveno Janez Janša ritiene che il meccanismo concordato tra la presidenza tedesca del Consiglio Ue e il Parlamento Europeo per condizionare l’uso dei fondi Ue non sia in linea con i trattati, ma il governo di Lubiana, al contrario di quelli di Varsavia e di Budapest, non ha ancora posto veti.

Il Parlamento Europeo però, ha chiarito che non ci sarà nessuna rinegoziazione sui contenuti dell’accordo relativo al bilancio europeo 2021-2027 al quale sono collegati anche i fondi del Next generation Eu (o Recovery Fund) utili per far fronte all’emergenza Coronavirus. Ma il problema non è solo teorico e le conseguenze potrebbero essere molteplici: infatti molti stati europei stanno programmando le loro rispettive leggi di bilancio sulla base  dei finanziamenti assegnati tramite il Recovey fund; la BCE, in attesa che i Paesi ricevano gli aiuti previsti, sta acquistando da tempo massicce quantità di titoli di stato per supportare l’economia europea al fine di abbassare i rendimenti; i mercati potrebbero innervosirsi ulteriormente se lo stop determinato dalle scelte di Polonia e Ungheria fosse permanente. Insomma una questione molto complessa che dovrà essere sbrogliata, ancora una volta, da Angela Merkel e dalla Germania in quanto guideranno la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea fino al 31 dicembre 2021.


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