La pandemia non accenna a diminuire e il governo italiano corre ai ripari: ecco il terzo decreto che avrà come obiettivo quello di ristorare le attività economiche piegate dalle misure sanitarie utili a limitare il contagio. Il provvedimento, il terzo in un mese, assicura ulteriori 2 miliardi di euro, portando a 10 i miliardi di investimenti nell’economia contando il Decreto Ristori 1 e il decreto Ristori BIS (di cui Ponente ha trattato in articoli precedenti).
Nello specifico, con 1,45 miliardi di euro di risorse già disponibili, viene infatti alimentato il Fondo istituito con il Dl Ristori Bis allo scopo di finanziare in modo automatico i ristori destinati alle attività che operano nelle regioni che passano a una fascia di rischio più elevata. La dotazione complessiva sale così a quasi 1,8 miliardi, che serviranno a finanziare un’ampia gamma di misure per le attività nelle nuove ‘zone rosse: contributi a fondo perduto, credito di imposta sugli affitti commerciali, rinvio delle scadenze fiscali per gli ISA, sospensione dei versamenti previdenziali e tributari, cancellazione della seconda rata IMU, oltre a strumenti di tutela sociale come le misure di congedo parentale e i bonus baby-sitter.
Fra le attività economiche che potranno ottenere i ristori previsti dai precedenti decreti, verrà ricompreso anche il commercio al dettaglio di calzature.
È atteso, inoltre, un fondo da 400 milioni da destinare ai Comuni per fronteggiare l’emergenza alimentare attraverso l’erogazione di buoni spesa. Un’altra misura resas urgente per arginare le conseguenze della pandemia sulle fasce più deboli.
Inoltre, viene ulteriormente ampliata la capacità di risposta all’emergenza epidemiologica con uno stanziamento di 100 milioni di euro da destinare all’acquisto e alla distribuzione di farmaci per la cura dei pazienti affetti da Covid-19.