Recovery Plan ai nastri di partenza: ecco le misure

Sono 196 i miliardi che, secondo la bozza del Recovery Plan, il governo stanzierà per le sei macro-aree del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, finanziato dal Recovery Fund europeo. Alla digitalizzazione e innovazione saranno destinati 48,7 miliardi, all’area “rivoluzione verde e transizione ecologica” andranno 74,3 miliardi, al settore Infrastrutture per una mobilità sostenibile 27,7 miliardi. Il capitolo “istruzione e ricerca” potrà contare su 19,2 miliardi, quello sulla Parità di genere su 17,1 miliardi. L’area sanità, infine, conterà su 9 miliardi.

La bozza del Recovery individua anche 17 cluster. Sono aree di intervento più specifiche. Il cluster “più importante” è quello dell’ “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici”, del capitolo Rivoluzione verde, che può contare su 40,1 miliardi.

Subito dopo troviamo i progetti relativi a “Innovazione, competitività, digitalizzazione 4.0 e internazionalizzazione”, del capitolo Digitalizzazione, alla quale dovrebbero essere destinati 35,5 miliardi. E’ di 23,6 miliardi, invece, il pacchetto di risorse sui cui potrà contare il cluster “Alta velocità di rete e comunicazione stradale 4.0”. Poco più di dieci miliardi saranno orientati  sui progetti di Potenziamento della didattico e diritto allo studio mentre nel capitolo “Sanità” 4,8 miliardi dovrebbero andare al cluster “Assistenza di prossimità e telemedicina” e 4,2 ai progetti per Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria.

Poi ci sono le riforme da avviare come quella della giustizia, che punta ad accorciare del 40% la durata dei processi civili, e quella del fisco che vuole ridurre la pressione sui redditi orientativamente tra 40 e 60mila euro. Lo schema di governance del piano, in queste ore al centro di uno scontro nella maggioranza, propone una piramide con un comitato esecutivo  composto dal il premier Conte e i ministri Gualtieri (Mef) e Patuanelli (Mise), dei capi-missione con poteri sostitutivi e una squadra di tecnici a supportarli nell’attuazione dei progetti. Con un comitato di responsabilità sociale si mira a coinvolgere le parti sociali e le categorie produttive.

Altre novità del piano sono le misure per combattere l’insufficiente tasso di occupazione femminile, la troppo elevata disoccupazione giovanile e più in generale l’acuirsi delle disuguaglianze di reddito e ricchezza tra i cittadini e i territori del Paese. Poi interventi per potenziare la ricerca e lo sviluppo di infrastrutture in chiave sostenibile, con oltre 23 miliardi stanziati per realizzare l’altra velocità di rete, ovvero il completamento delle direttrici ferroviarie veloci, specialmente al Sud.

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