Per descrivere in breve lo scopo della sua nascita, il Centro Studi Occidentali ha scelto da subito queste parole: “Per difendere la grandezza dell’Occidente”, e non è un caso. Se qualcuno sente l’esigenza di difendere è solo perché c’è qualcun altro che attacca. Le immagini che provengono da Washington e che tutto il mondo sta guardando con sconcerto rappresentano forse l’evidenza più inaspettata e netta degli attacchi dai quali bisogna difendere l’Occidente in questi anni difficili.
I princìpi che hanno che hanno fatto grande l’Occidente e che hanno dato una spinta propulsiva al progresso dell’umanità, a partire da quello irrinunciabile della libertà individuale, non sono assolutamente patrimonio di una singola nazione o di un solo popolo, anzi, la loro tutela deve essere affidata ad una custodia collettiva che supera i confini geografici e che tiene a bada gli interessi geopolitici poiché traumatiche inversioni di rotta e disastrose amnesie, come è chiaro a tutti, sono dietro l’angolo.
Gli Stati Uniti d’America, nonostante la loro mastodontica forza, sono in realtà fragili e la società americana continua ad autoalimentare le proprie divisioni e le proprie debolezze risvegliando fantasmi di un passato neppure troppo remoto. La stessa Europa, madre e culla di quei princìpi che amiamo, soffre, cerca una nuova unità, prova a leggere i cambiamenti e le ansie dei popoli per esorcizzare e scongiurare i mostri che ha già conosciuto.
In breve: il processo non è irreversibile e la democrazia, che certamente non è un totem, che è piena di difetti, che ha bisogno di essere modernizzata con l’adeguamento delle istituzioni alle nuove esigenze delle società, ma che resta l’unica forma di organizzazione del potere inclusiva e controllabile che conosciamo, è ormai in serio pericolo. Un atteggiamento irresponsabile e fazioso della classe dirigente, famelica di consensi immediati e a buon mercato, ha minato profondamente la credibilità di gran parte delle istituzioni rappresentative, a partire da quelle fissate a garanzia delle libertà individuali e dunque della stessa democrazia.
Abbiamo imparato a nostre spese che i virus giungono dall’esterno ma agiscono contro l’organismo che li ospita dall’interno ed è dunque nelle vene delle società occidentali che dobbiamo ricercare, individuare e neutralizzare quei virus. Gli attacchi di Capitol Hill, la follia negazionista e antiscientifica, il complottismo permanente, le devastazioni del movimento BLM, i gilet gialli in Francia, il movimento Brexit in Gran Bretagna, gli episodi di violenza sempre più frequenti in Italia, la spregiudicatezza delle forze politiche sovraniste e populiste, le spinte secessionistiche, la timidezza e l’opportunismo delle forze politiche moderate, l’inconsistenza diffusa dei partiti politici, l’inefficacia del sistema informativo, sono tutti sintomi di una profonda crisi di sistema in grado di mettere in ginocchio l’Occidente e di farne, definitivamente, terra di conquista.
Gli uomini liberi italiani, europei ed occidentali non possono voltare lo sguardo rispetto allo sconcio che avviene a danno delle istituzioni liberal-democratiche e la sola indignazione, quando è in gioco la stessa sopravvivenza di quelle istituzioni, non è più sufficiente.