Marcelo Rebelo de Sousa si è assicurato un secondo mandato di cinque anni come presidente del Portogallo. Una vittoria netta quella del presidente in carica che ha conquistato il 61% dei voti, una percentuale che gli permette di evitare il ballottaggio del 14 febbraio. Moderato, di centro destra, è lui il simbolo della resistenza portoghese nella lotta contro la pandemia.
Oltre che dal partito Socialdemocratico, de Sousa è stato appoggiato da una buona parte del partito Socialista del premier António Costa, al punto che la candidata socialista, Ana Gomes, principale avversaria di de Sousa, si è presentata come indipendente, conquistando solamente 13% delle preferenze.
L’alleanza tra i partiti di maggioranza si è resa necessaria anche per isolare il partito di estrema destra di André Ventura che si è attestato al 12%, una percentuale importante in un Paese che ha subito un tempo le influenze del nazionalismo di Salazar.
La campagna elettorale è stata anomala con gran parte dei comizi che si sono svolti a distanza oppure online mentre l’affluenza è stata inferiore alle altre elezioni: si è recato alle urne meno del 40% degli aventi diritto, su una popolazione di circa 10 milioni di abitanti.