Ieri 10 febbraio 2021, poco prima delle 22, il rover Perseverance della NASA ha raggiunto il suolo di Marte, dopo avere viaggiato per 203 giorni percorrendo una distanza di oltre 470 milioni di chilometri. La missione è infatti destinata a cercare tracce di vita passata e a raccogliere i primi campioni del suolo marziano che nel 2031 saranno portati sulla Terra da una staffetta di missioni nella quale l’Italia ha un ruolo importante. Il veicolo è arrivato nel cratere Jazero, uno dei luoghi più suggestivi per una missione che va in cerca di tracce di vita perché è il bacino di un antichissimo lago. Questo significa che nei sedimenti potrebbero ancora conservarsi tracce di forme di vita passata.
In quasi sette mesi di viaggio interplanetario, Perseverance è rimasto custodito all’interno di un involucro, un grande guscio a campana, chiuso da uno scudo termico, per disperdere il calore durante il turbolento ingresso nell’atmosfera marziana.
Perseverance ha raggiunto una velocità di 1.600 chilometri e, per non schiantarsi sul suolo marziano, ha dovuto per forza rallentare aprendo un grande paracadute mentre era a un’altitudine di 11mila metri per poi attivare i propri retrorazzi per stabilizzare la discesa.
Per due anni il rover setaccerà il suolo per raccogliere i primi campioni destinati a essere poi portati sulla Terra. La missione Mars 2020 segna infatti l’avvio del programma Mars Sample Return (Msr), di Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa) e al quale l’Italia contribuisce con la sua agenzia spaziale, l’Asi, e con l’industria, con il gruppo Leonardo che ha realizzato diverse componenti della struttura lanciata in orbita.
Il rover rappresenta quindi un grande esempio di collaborazione internazionale e i risultati saranno visibili già nelle prossime ore, quando Perseverance trasmetterà i dati relativi all’atterraggio.