Donald Trump è tornato. E ha rivendicato che la politica americana non potrà prescindere dalla sua presenza. Non formerà un nuovo partito politico, ma ha ribadito la sua intenzione a candidarsi alle elezioni presidenziali nel 2024. Il palco dell’annuncio è stato quello delle grandi occasioni: la Conferenza dei Conservatori americani ad Orlando. Tifo da stadio e grande accoglienza per l’ex Presidente americano che ha accusato i democratici di aver rubato le ultime elezioni. Ha attaccato l’amministrazione di Joe Biden, denunciando derive verso il socialismo e poi il comunismo e una agenda distruttiva su immigrazione, sicurezza dei confini ed energia. Uno spettacolo ben studiato, stavolta per marcare il ritorno sulla scena pubblica, la prima volta da quando ha lasciato la Casa Bianca. Secondo un ultimo sondaggio, il 59% lo vuole ancora leader e il 54% afferma che lo voterebbe comunque se si candidasse nel 2024. Distaccato l’astro nascente del partito, il suo alleato Ron De Santis, governatore della Florida. In realtà Trump si sta concentrando nel cementare i repubblicani attorno alla sua figura, indicando intanto un obiettivo più ravvicinato rispetto alle presidenziali: le elezioni di metà mandato nel 2022, in cui i repubblicani possono riconquistare la maggioranza al Senato.