Neet: un problema da arginare

L’incremento della percentuale dei cd. Neet, acronimo inglese che sta per “neither in employment not in education or training” o “not in education, employment or training”, preoccupa sempre di più. Moltissimi sono, infatti, gli inoperosi, coloro che non studiano, non lavorano e non seguono una formazione professionale.

A preoccupare fortemente è che, circa 1 giovane su 4 può essere così definito. Il nostro paese, purtroppo, segna un triste primato europeo, quello del maggior numero di neet tra i giovani, sintomo della crisi identitaria e sociale che ormai attanagli le nuove generazioni.

A destare allarme, oltre che l’impatto sociale, è l’impatto economico di tale fenomeno, difatti il costo sociale è stimato nel 2% del Pil in Italia a differenza della media europea che si attesta nell’1.2% del Pil. Rinunciando a studiare o lavorare i Neet fanno sì che il nostro Paese debba sostenere un forte costo sociale ed economico, danneggiandone la competitività europea e internazionale. Non a caso questo triste fenomeno può essere considerato come la misura principale di quanto una comunità riesca dilapidare il potenziale delle sue future nuove generazioni.

L’emergenza generazionale sembra destinata ad acuirsi a causa della crisi sanitaria che ha esasperato la criticità già presenti acuendo ancor di più una situazione grave originatasi dalla crisi del 2008.

I dati di una ricerca internazionale condotta dall’Istituto Toniolo, tra fine marzo e inizio aprile dimostra l’impatto della pandemia sui Neet rilevando che gli under35 in Italia sono i soggetti che più si preoccupano e hanno risentito, dell’impatto della crisi; ciò che preoccupa è che oltre il 40% degli intervistati dichiara di avere posticipato alla fine del lockdown la ricerca di una occupazione e circa un terzo degli intervistati di averla abbandonata.

Il fenomeno Neet costituisce senza dubbio un vulnus importante per la società occidentale che necessita di attenzione e contromisure importanti, ma anche di una maggiore sensibilità e contezza da parte degli Stati.

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