Un Distretto ogni 100 mila abitanti che dovrà prevedere quattro Case della Comunità tra cui un hub aperto ventiquattro ore al giorno; una Unità Speciale di Continuità Assistenziale composta da un medico e un infermiere; due Ospedali di Comunità da venti posti letto ogni 50.000 abitanti e una Centrale Operativa Territoriale. E’ quanto definisce la prima bozza sui Modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Sistema Sanitario Nazionale formulata, nei giorni scorsi, dal Gruppo di lavoro sull’assistenza territoriale istituito presso Agenas. Il documento è stato trasmesso alla Cabina di regia per il Patto per la Salute che prevede la definizione di nuovi standard per le cure territoriali anche alla luce degli obiettivi in materia di sanità locale contenuti nel PNRR italiano trasmesso a Bruxelles nei mesi scorsi. Secondo il gruppo di lavoro, il Distretto sarà un’articolazione organizzativo-funzionale dell’azienda sanitaria locale (ASL) sul territorio. La nuova unità operativa avrà come obiettivo quello di perseguire l’integrazione tra le diverse strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali presenti sul territorio, in modo da assicurare una risposta coordinata e continua ai bisogni della popolazione. Nello specifico il distretto avrà le seguenti funzioni: di committenza, ossia la capacità di programmare i servizi; di produzione, ossia di erogazione dei servizi sanitari territoriali; di garanzia, ossia di assicurare l’accesso ai servizi attraverso il monitoraggio continuo della qualità degli stessi. Tra le ulteriori prestazioni che verranno messe a disposizione dei cittadini vi sarà il numero verde 116117 che sarà destinato alle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie non urgenti e concorrerà alla gestione della domanda assistenziale a bassa intensità e un potenziamento dell’assistenza domiciliare al fine di inglobare differenti livelli di intensità e complessità assistenziale. Inoltre il Piano ha programmato anche la creazione di specifiche strutture socio-sanitarie, gli hospice, in grado di garantire la presa in carico globale dell’assistito e del suo nucleo familiare. Questo sarà rivolto a soggetti affetti da patologie oncologiche, croniche, neurodegenerative, irreversibili e in stadi avanzati, candidabili a terapie di supporto, che necessitano di un appropriato sostegno medico, psicologico e sociale nelle ultime fasi della vita.